
Inizialmente chiamato Pozzo della Rocca per la vicinanza alla Rocca dell’Albornoz, forse prese il nome di San Patrizio perché utilizzato come luogo di espiazione dei peccati allo stesso modo di una caverna esistente in Irlanda denominata “Purgatorio di San Patrizio”
Si tratta veramente di un’opera grandiosa. La particolarità architettonica è rappresentata da due rampe elicoidali a senso unico, completamente autonome e servite da due diverse porte, che consentivano di trasportare con i muli l’acqua estratta, senza ostacolarsi.
Il pozzo, profondo 54 metri per un diametro di 13, è stato realizzato scavando nel tufo fino a raggiungere le sorgenti distanti ben 248 gradini.
Dagli oltre settanta finestroni la prospettiva visiva all’interno del pozzo risulta molto particolare: chi scende sembra che si trovi di fronte a chi sale, senza in realtà incontrarsi. Mentre si avverte come distante chi procede nella sua stessa direzione.
Alla fine della discesa troviamo un ponte in legno che consente l’attraversamento del pozzo. Il livello dell’acqua viene mantenuto sempre costante grazie ad un emissario che fa defluire l’acqua in eccesso
Forse per l’aura di sacro e di magico che accompagna le cavità profonde, i turisti vi gettano monetine con la speranza di tornarvi.
L’effetto tra la luce che proviene dall’alto attraverso il grande lucernario posto sulla sommità del pozzo, le ombre che scaturiscono dai finestroni, i muri che trasudano umidità, la percezione di scendere sempre più giù fin verso la purificazione, tutto concorre al coinvolgimento emotivo a far si che non siamo più spettatori bensì protagonisti in questa magnifica opera.
Inserito nella Carta Unica Orvieto
